L’opera, lunga ottanta metri e alta due metri e mezzo, è stata presentata nel laboratorio situato alle porte dell’Istituto Penale Minorile di Casal del Marmo, dove è nato il progetto sociale e formativo del Pastificio.
Durante la cerimonia inaugurale sono intervenuti rappresentanti delle istituzioni civili, religiose e del mondo sociale, insieme ai promotori dell’iniziativa.
«Padre Gaetano è stato un cappellano che tanto si è dedicato ai ragazzi e ha fortemente voluto la nascita del Pastificio. Papa Francesco, dal canto suo, ha sempre avuto a cuore la dignità e il bene di chi vive negli istituti di pena come ha sempre ricordato il Vescovo Don Ben», ha dichiarato Alberto Mochi Onori, presidente del Pastificio Futuro.
Dal gesto del Papa al laboratorio dei sogni
Il murale nasce nel segno delle parole pronunciate da Papa Francesco durante la visita al carcere minorile nel Giovedì Santo del 2013, quando lavò i piedi ai giovani detenuti e pronunciò il suo invito: «Non lasciatevi rubare la speranza».
Da quel messaggio è germogliato il progetto Pastificio Futuro, realizzato dalla Gustolibero Società Cooperativa Sociale Onlus con il sostegno della Conferenza Episcopale Italiana, della Caritas Italiana e in collaborazione con la Direzione dell’Istituto Penale Minorile di Casal del Marmo, il Centro per la Giustizia Minorile Lazio–Abruzzo–Molise e il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità. Il progetto che ha come soggetto responsabile la Gustolibero Società Cooperativa Sociale Onlus, è promosso da Roma Capitale - Assessorato alla Cultura, è vincitore dell'Avviso Pubblico Artes et Iubilaeum - 2025, finanziato dall'Unione Europea Next Generation EU per grandi eventi turistici nell’ambito del PNRR sulla misura M1C3 - Investimento 4.3 - Caput Mundi".
In rappresentanza del Sindaco di Roma Roberto Gualtieri, presente Erica Battaglia, Presidente della Commissione Cultura Politiche Giovanili e Lavoro di Roma Capitale
«La nostra storia nasce da un abbraccio». Nel suo intervento, Alberto Mochi Onori ha ricordato lo spirito che anima il progetto:
«Il pastificio è una cosa che per essere bella e importante ha bisogno di una squadra: non si costruisce da soli, ma insieme. Ed è proprio questo spirito di unione che rende grande la nostra impresa». «La nostra storia nasce da un abbraccio. Un abbraccio che vuole accogliere chi soffre, chi ha sbagliato, chi ha perso la strada. Un abbraccio che non giudica, ma aiuta a rialzarsi con dignità e a camminare di nuovo».
L’arte che unisce - L’autrice Giovanna Alfeo ha definito l’opera «una finestra di colori che racconta la possibilità di guardare oltre i limiti, di trasformare il seme in pane e di far volare la speranza».
Alla realizzazione hanno partecipato i lavoratori del Pastificio e due ragazze dell’Istituto Penale Minorile, impiegate in articolo 21, come segno concreto di inclusione e partecipazione.
L’inaugurazione, moderata dal giornalista Gianmarco Trevisi (Rai), ha visto la partecipazione del Cardinale Baldassarre Reina, vicario di Roma, di Cristiana Rotunno, vice capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile, di Marco Della Porta, presidente del Municipio XIV, di Giustino Trincia, direttore di Caritas Roma, di Antonio Pappalardo, direttore interdistrettuale del Centro per la Giustizia Minorile, e della stessa Alfeo, insieme a Don Nicolò Ceccolini e al presidente del Pastificio Alberto Mochi Onori.
Atteso anche il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.
Cardinale Baldassarre Reina, vicario di Roma:
«Ho accettato prontamente l’invito a partecipare al giovane compleanno del Pastificio e all’inaugurazione di questo murale che rappresenta i due protagonisti di questo progetto: il nostro carissimo Padre Gaetano — saluto con affetto le sorelle, che accogliamo con un bel applauso — e Papa Francesco, che ci ha lasciato alcuni mesi fa. Siamo a ridosso di una struttura che, dal punto di vista sociale, segna una sconfitta: dentro ci sono ragazzi che hanno sofferto, che soffrono, che hanno sbagliato e stanno cercando un percorso di recupero, mai facile. Ringrazio le autorità e tutti coloro che si prendono cura di questi ragazzi: abbiamo bisogno di costruire speranza.
Papa Francesco, nell’indire il Giubileo della Speranza, invitava tutte le comunità a fare segni concreti: offrire possibilità di lavoro, produzione, inserimento per i ragazzi che lasciano il carcere. Poco fa si valutava anche l’idea, in prospettiva, di inserire qualcuno che ancora vive la detenzione. È difficile — non giriamoci attorno — ma questa è la speranza: tu getti il seme, poi vengono pioggia e intemperie, e piano piano qualcosa fiorisce».
Cristiana Rotunno – Vice Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità
«Sicuramente hanno sbagliato, spesso in maniera pesante. Però mi piace citare una frase che ho imparato dal presidente San Germano: nessun uomo è mai identificabile con la sua colpa, e meno che mai lo è un ragazzo. Quello che cerchiamo di fare è dare loro una possibilità di rinascere nel futuro, qualcosa di più di quanto la Costituzione ci imponga. L’articolo 27 ci impone che le pene tendano alla rieducazione del condannato. Ma vedendo progetti come questo, e come rispondono i ragazzi, c’è qualcosa di più: vogliamo responsabilizzarli rispetto al reato e alle vittime, perché senza responsabilizzazione non c’è cammino. Vogliamo farli lavorare, insegnare mestieri e portare avanti attività connesse all’arte — figurativa, musica, rap — per permettere loro di esprimere dolore, rabbia e difficoltà. Eventi così partecipati fanno sentire che la società li vuole dentro, li vuole aiutare, vuole farli rinascere: danno una speranza che li aiuterà. Grazie per l’attenzione; lascio la parola agli ospiti.»
Marco Della Porta – Presidente Municipio XIV
«In un territorio come il nostro, che ospita un' “istituzione totale” come l’istituto penitenziario minorile, qui si costruisce futuro, attraverso un’intuizione di redenzione. Crediamo nei progetti di rieducazione: è una speranza comune e corale. Come istituzioni vogliamo essere parte di questi processi comunitari, in una grande alleanza per il bene comune, insieme alle realtà civili e sociali del territorio. Vedo tanta comunità oggi: c’è l’abbraccio del territorio a un progetto che compie due anni e che si racchiude in un orizzonte di bellezza. La bellezza può salvare il mondo: oggi lo testimoniamo. Grazie a tutte e a tutti».
Giustino Trincia – Direttore Caritas Roma
«Qui c’è un segno di speranza che si è trasformato in realtà. Tredici anni fa quell’abbraccio tra Padre Gaetano e Papa Francesco ci ricordò di non far perdere ai ragazzi la speranza. Veder realizzato questo sogno è motivo di gioia, così come poter continuare a donare ed essere vicini a questi ragazzi. Come Chiesa di Roma vogliamo stare accanto nella preghiera, nella prossimità, nel sostentamento — e la pasta è ottima. Vogliamo favorire la presenza delle comunità parrocchiali, fare di questo un luogo dove si vive la profezia, si propongono percorsi. Sarebbe bello che chi si prepara ai sacramenti facesse esperienza qui, dove Cristo si rispecchia in storie di resurrezione. Durante il Giubileo dei Giovani, circa 500 ragazzi sono rimasti colpiti dal calore e dal cuore incontrati qui: un seme è stato gettato. Grazie ad Alberto Mochi Onori, Elio Grossi e Don Nicolò: avete raccolto un testimone che parla a tutta la città, credenti e non, in un percorso di fraternità universale. Complimenti all’autrice del murale».
Antonio Pappalardo – Direttore Interdistrettuale Centro per la Giustizia Minorile Lazio–Abruzzo–Molise
«Sono in amministrazione da 35 anni ma a Roma da un mese: eredito un lavoro costruito insieme a Dipartimento, Istituto penale, Caritas, Chiesa e privato sociale. In carcere garantiamo attività scolastiche, formative, professionali, ricreative e sportive. Con i servizi sociali minorili e del territorio costruiamo progetti che diano prospettiva fuori dalle mura. Questo è uno di quei luoghi straordinari. Complimenti per questi due anni — e per i prossimi venti.»
Giovanna Alfeo – Autrice del murale
«Quando sono arrivata, questo muro massiccio mi ha turbata. Mi chiedevano di “abbatterlo” con colore e disegno. Non l’ho ritenuto giusto: i limiti a volte ci salvano; oltre il limite c’è il baratro. Ho pensato a una lunghissima finestra su un paesaggio altro, geometrico, con elementi figurativi simbolici: la storia del grano, il chicco che muore e germoglia, la spiga che la natura porge alla mano umana. I ragazzi volevano gabbiani: ho creato un grande volo di uccelli diversi — rapaci, passeri, gazze, corvi, gabbiani, rondini — che attingono a quel nutrimento e trovano direzione verso un abbraccio, soggetto principale del murale. Due personaggi hanno scoccato la scintilla di una vita futura per questi ragazzi. Sul pastificio volano rondini, simbolo di primavera e rinnovamento: il futuro è per loro».
Don Nicolò Ceccolini – Cappellano dell’Istituto
«Se il chicco di grano muore, produce un frutto. Guardando l’abbraccio tra Papa Francesco e Padre Gaetano, capiamo che il segreto per rinascere è donarsi: chi si dona dà futuro. Siamo qui, a due anni dall’inaugurazione del Pastificio, per onorare due uomini che hanno fatto della loro vita un seme di vita nuova. Casal del Marmo è stato luogo del cuore per entrambi: il Papa lo ha visitato due volte; Padre Gaetano vi ha speso 36 anni con fedeltà e dedizione, creando anche una casa accogliente. Da lui ho imparato a non darsi mai per vinti: nessuno è definito dai propri errori; ognuno è degno di uno sguardo e di un gesto d’amore. Il nostro omaggio diventi impegno concreto e rinnovato ad aprire nuovi percorsi di crescita e futuro per i ragazzi».
Alberto Mochi Onori – Presidente Gustolibero / Pastificio Futuro
«Grazie a dipendenti, volontari e a chi fa conoscere la nostra pasta. Una cosa, per essere bella e importante, ha bisogno di una squadra: non si fa da soli, si costruisce insieme. Grazie alle sorelle di Padre Gaetano, ai frati, agli amici del Birrificio Due Fusti e allo chef Lorenzo Leonetti; grazie agli artisti che hanno realizzato il murale: simbolo di lavoro, arte e riscatto. La nostra storia nasce da un abbraccio che accoglie chi soffre e tende la mano. Padre Gaetano diceva: “Non è così che devono uscire i ragazzi: devono uscire a testa alta, accompagnati, con un
lavoro tra le mani e la dignità nel cuore”. Da questa visione è nato il Pastificio Futuro. Anche durante la malattia ci spronava a non fermarci. Quando gli dissi che il Pastificio era nato e il Papa ci sosteneva, nella sua voce sentii una pace profonda. Oggi la missione continua: la dignità si costruisce, si impasta, si dona. Annunciamo le donazioni per la produzione solidale: destineremo le donazioni — già ricevuto il sostegno di Mediobanca e altri — a produrre pasta da donare a chi ha più bisogno, a partire dai detenuti del Lazio per il Giubileo delle Carceri del 14 dicembre 2025. Il futuro vero si costruisce con mani che lavorano, cuori che credono e la volontà di non lasciare indietro nessuno. Grazie a tutti».
Due anni di “Pastificio Futuro” e una nuova produzione solidale
L’inaugurazione si è svolta in occasione del secondo anniversario di attività del Pastificio, nato nel 2023 nei locali in disuso dell’Istituto Penale Minorile.
Il progetto rappresenta oggi un modello di economia sociale e rieducativa. Nel corso dell’evento, Alberto Mochi Onori ha dichiarato:
«Per aumentare la produzione e, di conseguenza, il numero di giovani coinvolti, destineremo le donazioni ricevute alla produzione di pasta da donare alle persone più bisognose. Abbiamo recentemente ricevuto donazioni da parte di Mediobanca e di altri sostenitori privati che ci permetteranno di offrire pacchi di pasta ai detenuti in occasione del Giubileo delle Carceri del 14 dicembre 2025. Questo vuole essere un gesto simbolico nel segno della solidarietà e della speranza».
Arte, fede e comunità
La cerimonia si è conclusa con un momento conviviale: le birre artigianali del birrificio Due Fusti, fondato dai frati del Terzo Ordine Regolare di San Francesco, e la pasta del Pastificio Futuro, cucinata per l’occasione dallo chef Lorenzo Leonetti dell’Osteria Grandma, da sempre impegnata nel sociale. Sul muro di cinta del carcere minorile è stato proiettato il documentario di Edoardo Iacolucci dedicato alla nascita del murale, mentre i partecipanti hanno ripercorso le tappe del progetto.
Tra luglio e agosto, il Pastificio aveva accolto con Caritas Roma oltre 500 giovani pellegrini del Giubileo dei Giovani, per un’esperienza di volontariato e incontro. Oggi, nel cuore di Casal del Marmo, ogni pennellata e ogni pacco di pasta raccontano la stessa verità: ogni muro può diventare una porta aperta sulla speranza.